La signora araba

1 Ottobre 2019

1 ottobre 2019

Il dolore bisbiglia. Le differenze sembrano anagrafiche. Quello giovane sorride, parla distratto, si controlla le doppie punte. Noncurante manifesta vita. Quello adulto, di mezza età, guarda in basso. È scavato, perso, rassegnato; ha una spontanea e perfetta postura. Nella camminata soprattutto. Come si dovrebbe camminare: così. Quello quasi anziano ha paura. Non si nasconde. È troppo scosso. Tiene stretta la borsa. O la vita. Banale gioco di parole. È un cortocircuito vedere questi dolori seduti accanto in sala d’attesa. Difficile farli comunicare. Una signora col velo, dalla testa ai piedi color deserto, si mette seduta accanto a me. Telefona a qualcuno. Parla arabo. Didascalica, esce. Si sente la sua voce più alta, fuori. Piano piano la sala si svuota. Una bambina di due o tre anni fa lo slalom tra le sedie. La guardo. Sorrido. Piange. Mi ha scoperto. Cerco di non guardarla. Impossibile. La signora araba rientra. Si siede. Mi dà le spalle. Siamo soli io e lei. Adesso parla velocemente. Ad alta voce.

Luca Oldani

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