Belleville, non è solo Pennac o Walt Disney. Gli aspetti della banlieu parigina e la sua multietnicità possono essere anche più drammatici, ma il clima che si respira rimane intatto. Questo romanzo, che si potrebbe definire di formazione, non potrebbe essere ambientato da nessun’ altra parte. Non avrebbe la stessa credibilità, non le stesse possibilità. Un bimbo arabo, cresciuto da una immobile ex maitresse ebrea perseguitata, in un ambiente dove essere sagace, furbo e intelligente non ti esime dal dover essere anche un po’ lazzarone. Sopravvivenza e crescita non possono essere raccontate meglio.